PERCHE’ UNA SCUOLA LIBERTARIA

Il tentativo di fare delle persone individui docili e utili al sistema si sviluppa in vari aspetti della nostra società: dalla sua organizzazione ai suoi habitat. La progettazione delle città del controllo, per mano di urbanisti ed architetti, ha prodotto la cosiddetta zonificazione; dove ogni spazio è riservato ad un solo uso (e gli altri usi vengono vietati). Questo fenomeno limita, da decenni, la libera espressione umana nelle città moderne, poiché l’espressione si deve adattare a delle frontiere fisiche. L’espressione viene, per tanto, condizionata e sottomessa a questa idea di città ideale messa in pratica sul territorio: dove si può camminare e dove no, dove comprare e dove riciclare i propri rifiuti, dove divertirsi e dove no, dove fare sport, dove studiare, dove lavorare… Lo scopo è chiaro: quello di trasformare gli individui in esseri acritici e perfettamente adattabili ad un sistema che si basa sul profitto, attraverso la assunzione dello sfruttamento e della sottomissione come modo di rapporto tra loro.
Gli spazi, gli edifici dove più viene esplicitato questo bisogno di controllo delle persone sono: gli ospedali, le fabbriche, la scuola e il carcere. Il carcere che prova a diventare scuola, la scuola dei trasgressori, di quelli che non si adattano al fatto che i propri spazi, tempi, coscienze, vengano manipolate. La scuola, sempre più simile ad un carcere, è lo spazio dove da quando si è piccoli provano ad inserirci nel profondo delle anime il senso della sottomissione, in modo da limitare il più possibile lo sviluppo di risorse che permettano la ribellione all’oppressione. Le modalità sono le stesse: spazi chiusi a chiave, muri circondanti, guardiani dell’ordine interno, aule/celle sovraffollate, regime disciplinario e punizione. I bambini, le bambine se vogliono essere accettati da questa società si devono adattare a questo regime, senza poter arrivare a capire: perché devono andare a quel luogo, stare tutte quelle ore, studiare tutte quelle cose; senza capire il perché della loro sofferenza, della loro apatia o della loro iperattività, essendo in grado soltanto di sentire il loro odio per la scuola e la grande voglia di scappare quando è arrivata l’ora: per andare a casa, nei parchi, per strada…, insieme a chi gli vuole bene e li tratta con amore. Quando diventano grandi forse arrivano a pensare che non andare a scuola può essere anche peggio del fatto di andare, perché fuori ci sono dei pericoli: droghe, disoccupazione, delinquenza…, la istituzione scolastica, con l’aiuto dei mezzi di comunicazione, diffonde la paura a grandi e a piccoli per renderli soggetti passivi. Il risultato dell’indottrinamento della scuola, dell’università?Persone vuote interiormente, senza speranze, senza spirito critico nè di ribellione, pronte a svolgere il proprio ruolo nella macchina del Capitale che produce e produce, lasciando dietro un mare di desolazione: guerra, povertà, saccheggio e distruzione ambientale.
La possibilità di una scuola che butti giù i muri della repressione fisica, mentale, emozionale, è un’idea che solleva gli animi di chi è sensibile a questa situazione e di chi si ricorda delle esperienze fatte da altri, a partire dei primi del secolo XX con la Scuola Moderna, passando per tutti i progetti di scuole libertarie fino ad oggi. Una scuola libertaria che abbia alla base un profondo rispetto delle persone, bambini, ragazzi, ragazze, stimolando la loro capacità di decidere liberamente se starci o meno, se studiare questo o quello e come studiarlo. Sarebbe bello, provare a proporre loro, attraverso la creatività e l’amore, cose nuove e stimolanti da imparare, facendo diventare la scuola uno spazio dove i piccoli possano sperimentare le loro curiosità, esprimere le loro volontà, aiutandoli a riprendersi il controllo delle loro vite. La maestra, il maestro dovrà essere mosso da una passione nel compito di aiutare a creare persone libere, facendo del suo mestiere un’arte che si arricchisce e cresce col rapporto con i bambini e i ragazzi, senza esprimere una superiorità ed eliminando il concetto di gerarchia dalla loro vita scolare. La comunicazione maestr@ bambin@ si dovrebbe basare sul mutuo ascolto, la maestra dovrebbe provare ad arrivare al cuore dei più piccoli, partendo dalla stima e dalla fiducia e non da un’autoritarismo che accontenterebbe soltanto il professore frustrato e senza risorse. Una scuola libertaria potrebbe aiutare a creare persone in grado di usare il proprio intelletto, persone libere di scegliere o di non scegliere niente se non gli piacciono le opzioni. La società non ha bisogno di altri schiavi che portino avanti il carrozzone della civiltà, forse ha bisogno di persone con carattere proprio che pensano senza pregiudizi, che hanno vissuto anche la esperienza di crescere in un ambiente creativo, di mutuo appoggio e di una sentita responsabilità verso noi stessi e gli altri, verso gli animali e il mondo.

B.